ANNO 1479. 391 CAP 0 XXXIV. Lorenzo de’ Medici traila di pace. Lodovico XI, re di Francia, che aveva fatto per mezzo del suo ambasciatore tante ampollose minaccie al pontefice, non s’era poi mosso tampoco ad ajulare i fiorentini. Lorenzo de’ Medici, il quale sino allora s’ era inutilmente lusingalo, conobbe alfine la impossibilità di sostenersi più a lungo in quella guerra contro due alleali cosi potenti. Le discordie interne della corte di Milano gli toglievano ogni facilità di soccorso da quella parte, o almeno non gli e ne promettevano uno proporzionalo ai suoi bisogni: imperciocché la duchessa reggente, per proteggere un ministro rum accetto ai cognati di lei, aveva introdotto nello stalo la guerra, la quale fini colla perdita del ministro protetto, sacrificato all’ ambizione di Lodovico Sforza, con cui dovett’ ella dividere 1’ autorità. D’ altronde Lodovico Sforza era amico di Ferdinando re di Napoli, e questa sua amicizia diminuiva necessariamente la forza della lega formata a difesa della casa de’ Medici e della comunità di Firenze. Ned era anzi difficile, che per istigazione di quello, o presto o lardi la si sciogliesse. Ed anche il duca di Ferrara, vivamente sollecitato dal re di Napoli, che gli era suocero, incominciava a fluttuare ed a mostrarsi indeciso tra le dissensioni dei due partiti. Non rimanevano perciò all’ infelice Lorenzo altri alleati e difensori se non i veneziani e la comunità di Bologna, di cui era capo Giovanni Bentivoglio; e tuttoché di buon animo e pienamente leali gli fossero queste due potenze, pure non le riputò di si robusta difesa da potersi credere abbastanza sicuro. Per evitare adunque tutte le conseguenze di una perniciosa superiorità, conobbe necessarie alla sua condizione le trattatine di pace. Risolse perciò di andare a Napoli egli stesso e di parlarne col re, senza che vi fossero framezzo mediatori, i quali per ordinario portano in lungo, e talvolta inutilmente, i Irallali.