anno 1449. 165 cui essa è vestita ; e rimossolo incominciò a rompere il muro interno ed a spiccarne le pietre; e, fatto giorno, riponeva il marmo a suo posto, sicché non vi apparisse verun vestigio, ed a poco a poco in alquanti sacchetti trasportava fuori le pietre rotte. Nel quale lavoro continuò per più notti, finché gli riuscì di forare tanto di muro da potervisi introdurre. Entratovi, rubò dodici carbonchi, dieci corone, dodici pettorali d’ oro e carichi di gioje, un lioncorno, cui, non potendo portare intiero per lo pericolo d’ essere veduto, ruppe in due pezzi, un lavezzo di Calcedonia, ed alcuni candellieri d’oro giojellali ed il berretto ducale. Tutte queste cose trasportò a poco a poco, in più volte, co’ suoi sacchetti alla sua abitazione a santa Maria Formosa, in calle Salomon ; ed ogni volta rimetteva il marmo a suo posto sicché nessuno se ne potesse accorgere. Ricco di sì prezioso bottino, disponevasi quindi a partire da Venezia, per goderselo in rimote contrade. Prima per altro, non so per quale bizzarria o leggerezza; certamente per disposizione del ciclo, che non volle impunita sì grave colpa ; pensò di manifestare la compiuta impresa ad un greco, nominato Zaccaria Orioni, e ch’era suo compare: lo indusse a promettergli, giurando sopra un altare, che non avrebbe mai per veruna guisa manifestato il secreto, ch’egli stava per confidargli ; ed ottenutone il giuramento, lo condusse a casa, e gli fece vedere tutte quelle gioje rubate, e gli e ne raccontò la maniera con cui le tolse. A siffatta vista, il greco rimase attonito e fuor di sé, e perchè meglio conservasse il silenzio, lo Starnati gli regalò un bel carbonchio. Ma il Grioni, partitosi dalla casa, n’ebbe tanto rimorso, che risolse di avvisarne il doge : c lo stesso Starnati n’ebbe tosto il sospetto, e si pentì della fallagli confidenza, e slava già per andarne in traccia ed ucciderlo ; ma poi si tranquillizzò al # pensiero, ch’era Zaccaria suo compare, che perciò non avrebbelo palesato. E Zaccaria intanto ne parlava di già al doge e alla Signoria. Fu verificato subilo il fatto, perchè, chiamali i procuratori di san Marco c visitalo il tesoro, lo si trovò vuoto, tuttoché ne