'92 ebbi la matricola dell’Accademia, per ciò ch’io non copiai l’occhio e poi la figura, e poi la statua; perchè non m’insegnarono che col giallo c il turchino si fa il verde o qual altro colore, volete negarmi che questa tela mi piaccia o non piaccia? Volete tonni, ch’io sappia conoscere, posto ch’io non sia gobbo, se il vostro Endimio-ne o il vostro Narciso si reggono diritti in sui femori? I maestri, i dotti, i periti, giudicheranno delle ragioni dell’arte; vi diranno come e perchè il pittore abbia condotto qui quella linea, abbia posto colà quel riflesso; io vi saprò dir invece se quella linea produce in me l’effetto dal pittore ideato, se quel riflesso illumina veramente o imbratta la tela, poiché questa è infine questione d’occhi, senza che le idee del bello sono comuni e generali, nè appartengono più a questa che a quell’arte sorella. Posto ciò, io non dubito d’affermare che il quadro più bello di tutti quelli che videro in quest’anno la luce è l’Erminia del Grigolctli, perchè dinanzi ad alcun altro il nostro diletto non fu più perfetto e compiuto. Dissero che il pittore sbagliò la mossa della donzella e ch’ella a quel modo non potea discender d’arcione; dissero che il verde di quella campagna è troppo splendido e rugiadoso quale esser non può sotto all’infocato raggio del sole di Siria; disse-