16 LIBRO XXI, CAPO VI. CAPO VI. Nuovi svantaggi dei veneziani presso a Cremona. Era ormai vicino l’inverno, e il Carmagnola diede quartiere alle sue genti nei dintorni di Cremona. « 0 fosse cautela ; dice lo » stesso suo difensore, il Darò ; o stanchezza o fastidio della ser-» vitù veneziana, fatta molesta dalla presenza di due o tre prov-» veditori, che la repubblica nel suo campo teneva di continuo, o » sia finalmente che eziandio pei più intrepidi e più capaci uomini • sorgano momenti ne’ quali pare che volonterosi rinuncino alla » superiorità loro e cadano spossali dinanzi alla propria gloria ; » certo è, che il Carmagnola non era più lui. Più nessuna fazione, » più nessuna mossa intraprendeva, e mostrava quasi non pensarvi » nemanco più. E vero, che le malattie aveano fatto strage de’ suoi » cavalli ; ma di colai flagello non andarono esenti i ducali. In » que’ tempi, in cui stimavasi la cavalleria siccome il nerbo princi-» pale ed unico degli eserciti, si credeano non a condizione di poter » combattere se non ve n’era, o se era inferiore a quella del nemico. » Questo gran capilano, che soldato comune alla battaglia di Mon-» za, in cui erano le cose precipitate, s’ era da solo e in forza del » suo genio recato in mano il governo dell’ esercito ; già da quat-» tro mesi torpia in un’ inanità inesplicabile e nemmeno si scuote-» va per trar vantaggio dalle occasioni, che la fortuna gli offriva. » Or come potevano, a cosi enorme indolenza, starsene chiusi gli occhi vigilantissimi del governo veneziano, già entrato in sospetto per lo precedente suo contegno misterioso e per la disfatta sofferta per colpa sua della flotta di Nicolò Trevisano sul Po ? Nell’ottobre di questo medesimo anno 1431, il generale dei milanesi Nicolò Piccinino, dopo di avere tolto al partilo del Fre-goso i castelli del genovesato e dopo di avere devastato a ferro ed a fuoco il Monferrato, comparve sulle rive del Po ad assalire i