ANNO 1441. 137 degl’ imperatori d’ occidente, dei re ostrogoti, degli esarchi, dei longobardi. Le Iraccie della sua decadenza incominciarono a segnarsi nel nono e nel decimo secolo, quando gl’ imperatori or francesi or tedeschi soggiornavano in Milano, senza punto curarsi dell’ antica residenza della imperiale grandezza. Al decadimento di lei cooperò altresì la floridezza del veneziano commercio, per cui Venezia, e non più Ravenna, se n’era resa la scala per diramarlo nella Germania, nell’Ungheria, nella Polonia, nell’alta Italia ; e collo scemare del suo commercio, ne scemò pur anco la popolazione. Sino all’ anno 1240 ne avevano avuto il supremo dominio i pontefici romani; ma quind’ innanzi la signoreggiò per otto anni l’imperatore Federigo li ; in capo ai quali ritornò ai papi, sulle forme slesse delle altre cillà pontificie, rette separatamente da particolari governi, poco meno che repubblicani, affidali per Io più a particolari famiglie, le quali poi, ne’ trambusti delle civili discordie, se ne rendevano assolute padrone. Ravenna andò nelle mani della famiglia da Polenta, il cui stipile fu, nel 1275, il rinomatissimo Guido: e da lui sino al 1390, i suoi discendenti vi esercitarono la sovranità, siccome vicari dei papi. Da quest’ anno, i da Polenta, uccisori del proprio padre Guidone, fatti forti dall’ alleanza colla fami glia degli Estensi, marchesi di Ferrara, assunsero il titolo di rettori, proiettori, governatori, difensori della città di Ravenna c del suo territorio : e tali s’intitolarono negli atti pubblici. I veneziani intanto, assidui nel loro commercio, avevano piantato in Ravenna di pieno assenso dei da Polenta, sino dall’ anno 1328, la residenza di un loro visdomino, o, come adesso si direbbe, di un console ; nel che avevano voluto non dissimile Ravenna da tulli gli altri luoghi ragguardevoli, a cui, circa appunto quel tempo, avevano mandato consimili rappresentanti, per proteggere e lar prosperare il proprio commercio. Nelle varie guerre della repubblica sulla terraferma d’ Italia, i da Polenta militarono talvolta agli stipendi di lei, particolarmente nella guerra contro i Carraresi ; ed allora appunto si fu, che ad Obizzo da Polenta ed ai vol. vi. 18