580 LIBRO XXXII, CAPO XX. • si doveva lasciarla così per abbandonata, ma farne d’essa conto » come di cosa importantissima. Che di ciò ne aveva ragionato » con gli altri ambasciatori dell’ imperatore, Francia, Spagna e » Portogallo, i quali avevano detto, che credevano che i loro prin-» cipi non l’assentirebbero ; ma che non erano per far uffizio » alcuno con sua santità, se non gli veniva commesso dai loro si-» gnori. A questo gli aveva esortati 1’ ambascialor nostro, ma non » volevano far altro sino ad altr’ ordine. Che anco medesimamen-» le lui non si muoverà, nè sarà dei primi, ma se gli altri faranno » circa ciò motivo alcuno ed uffizio, che lui non mancherebbe per » la parie sua. » Alli 14 aprile 1568 scrisse 1’ orator nostro a Roma, che • essendo andato il Cardinal Cornaro a corte per alcuni suoi ne-» gozi, dopo aver negoziato con sua santità, entrò in discorso circa • la bolla in Coena Domini, dicendo che gli pareva che i principi » cristiani non potevano a patto alcuno osservarla, e massime i » Veneziani per esser nati e vissuti sempre liberi senza esser stati » mai comandati da alcun principe ; e che ubbidire ora ad un • ordine tale pareva loro impossibile. Disse il papa : Che vi pare, » che stia bene che i prencipi cristiani aggravino senza nostra » saputa il clero, come hanno fatti questi in Cipro; e che si fac-» cino lecito favorire contro gli ordini nostri i frati disubbidienti, » come quegli Amedei del Desenzano; e che ogni minimo caso • contro clerici per ¡spedirlo da loro lo facciano atroce, e che » senza la nostra autorità, alla quale incumbe il governo dei po-» poli, voglia continuamente angariarli ? Rispose il cardinale, che » questa repubblica era sempre stata vissuta, e che al presente » era niuna più cristiana, e che se le conveniva avere un poco di » riguardo più degli altri; e che mai lei imponeva alcun carico » nè al clero nè al popolo se non necessitata; e che le sue impo-» sizioni ogni anno le pagava volentieri ; e sebbene per le cose di » Cipro a sua signoria illustrissima, ed alla sua famiglia ne toc-» cava pagare più di 3000 ducali, che però pagavano, ed avevano