278 LIBRO XXXI, CAPO XV. maneggio per guisa, clic la repubblica fosse costretta in fine a flover dipendere dal re di Francia per ottenerne la deliberazione, e per ottenerla fosse indotta necessariamente da lui a sciogliere la sua alleanza coll’ imperatore. La finezza di questo maneggio non venne sì presto sotto gli occhi, d’ altronde perspicacissimi, del senato veneto : vi venne per altro aheora in tempo di potersene liberare. CAPO XV. Maneggi per la pace : è prolungata la tregua. Nel mentre che disponevansi da Lorenzo Gritti gli animi del ministero turco per la trattazione della pace ; l’ambasciatore Pietro Zeno apparecchiavasi alla partenza da Venezia. Le istruzioni, che egli aveva ricevuto dal senato consistevano in proporre, che tutte le cose fossero ristabilite dall’ una parte e dall' altra, come si trovavano avanti la guerra ; ed in cercare giustificazione alle ostilità, che avevano dato motivo alla presente discordia, col promettere che nell’ avvenire la repubblica sarebbe stata costante in mantenere la buona intelligenza con la sublime Porta. Lo Zeno partito da Venezia approdò alle terre della Dalmazia, e malgrado la sua mal ferma salute volle continuare il suo viaggio. Ma giunto appena nelle provincie ottomane, aggravalo da malattia, fu costretto a porsi a letto, ed in pochi giorni morì. Subito il suo secretano, mandò un corriere a Venezia per darne annunzio al senato. Scrisse, eh’ egli aveva avuto conferenze con diversi pascià, e che tutti li aveva trovati desiderosi di conchiudere la pace, e che tulti lo sollecitavano a procurare, che fosse prontamente spedito un altro ambasciatore a trattarne le condizioni. Questa lettera indusse il senato ad affrettare ben tosto la scelta di un sostituto al defunto Zeno: e la scelta cadde sopra Tommaso Contarini, uomo di ottantaquattro anni, il quale aveva consumato