anno 1559. 279 la sua vita nelle magistrature e tra gli affari dello stalo, ed aveva inoltre una particolare cognizione dell’indole e del carattere dei turchi, perchè tra di loro aveva passato molto tempo in occasione di traffico. La scelta per verità era molto acconcia cd opportuna : gli fu imposto di partire entro quattro giorni. Intanto fu rimandato a Costantinopoli il corriere per darne avviso al secretario. Lorenzo Gritti, che da qualche tempo si trovava in Costantinopoli, adoperavasi in vano per ottenere una tregua generale. I ministri del sultano ricusarono fermamente tuttociò, che loro veniva proposto in favore dell’imperatore e degli altri alleati : non acconsentirono ad ascoltare le proposizioni di lui, se non allorché limitò le sue trattative alla sola repubblica di Venezia. Per essa unicamente, ma non per gli altri, ottenne una prolungazione della tregua sino al mese di settembre. La quale prolungazione diede motivo, presso tutte le corti d’ Europa, a molti e differenti discorsi, ora in favore ed ora in disprezzo dei veneziani. Tutti quelli, che avevano fatto attenzione ai fatti dell' anno addietro, e che pesavano le cose con saviezza ed imparzialità, approvarono la condotta dei veneziani. Paolo III, che aveva veduto il poco successo della lega e che considerava la pace generale siccome una conseguenza naturale dell’ accomodamento parziale dei veneziani coi turchi, lodò pubblicamente il contegno del senato nella difficoltà di questo affare. Carlo V, per lo contrario, fu il solo che se ne lagnasse; ma la condotta de’suoi generali gli e ne mostrava il torlo e giustificava dinanzi a tutto il mondo la repubblica di Venezia. CAPO XVI. Combattimenti dei veneziani coi turchi. Ad onta di questi maneggi, ad onta ben anche della prolungazione della tregua, i turchi non si astennero dall’agire ostilmente contro i veneziani ; imperciocché volevano eglino mandare a fine