ANNO 1330. Hi CAPO XXXVIII. Progetti del papa di una crociata contro i protestanti. Inquietudini di altro genere producevano nell’ Europa le dispute religiose dei protestanti. Per la conciliazione di esse, T imperatore Carlo V aveva radunato in Augusta la dieta generale dell'impero. I protestanti domandavano la convocazione di un concilio generale, in cui fossero esaminate e discusse le loro opinioni. Pre-sumevasi, che lo scopo della loro domanda, non fosse già per un sincero amore della verità, ma perchè, prevedendo o sperando, che il papa non vi avrebbe acconsentito, si sarebbero così guadagnata maggiore fiducia e maggiore stima nei popoli. L’imperatore per togliere ai settarii ogni favorevole pretesto, fece proporre al papa la convocazione appunto di un concilio generale. La quale proposizione dispiacque assai a Clemente VII, perciocché la memoria di quanto per addietro era accaduto in Costanza ed in Basilea, gli dava motivo di temere, che altrettanto potesse forse intervenire anche adesso. Quindi fu, ch'egli con varii pretesti cercò per qualche tempo di scansarsi dall’ aderire all’ inchiesta. E questa sua tergiversazione accresceva intanto l’audacia dei protestanti, i quali con più sicurezza e fermezza insistevano nel domandare, che si radunasse un concilio. La loro arroganza punse così vivamente il pontefice, che, invece di appigliarsi al partito di esaminare e discutere la loro dottrina in un pieno concilio, entrò piuttosto nella deliberazione di fiaccare la loro audacia con la spada alla mano, progettando di pubblicare contro di essi una crociata. Ne scrisse perciò all’ imperatore, e mandò a Venezia un suo nunzio per prenderne col senato le necessarie misure. Ma il senato rispose: « che il ricorrere alle armi per questo motivo produrrebbe in modo odioso, il funesto sospetto, che non si fosse in caso di ribattere i loro errori con la