3(> LIBRO XXIX, CAPO X. Ma Francesco I, re di Francia, seppe trovare il modo d’ impedire, eh’Enrico Vili cadesse nell'insidia preparatagli da Car- lo V ; rigettò ogni proposizione di questo, e diede avviso di quanto avveniva al senato. Leone X era in sostanza attaccato all’imperatore, ma non voleva farne mostra: operava secretamente per mezzo de’suoi ministri, e teneva a bada entrambe le parti. Eppure in Roma si stava invece maneggiando una lega tra tutti i principi dell’Italia, per provvedere in comune alla sicurezza dei proprii stati: cd i primarii agenti di questa lega erano gli ambasciatori di Francia e della repubblica di Venezia. Leone X, il quale aveva ben diverse intenzioni, ascoltava le proposizioni di entrambi, senza far mostra nè di approvarle nè di ricusarle. Ma quando si trovò alle strette, linse di essere bensì disposto alla formazione di quella lega; e intanto vi frapponeva a impedirla condizioni tali, che non sarebbero mai state accettate dagli altri. E tra queste condizioni poneva in principalità 1’ obbligo agli alleati, che Io dovessero assistere a scacciare i vassalli ribelli alla Chiesa. Nella quale condizione ben si scorgeva palesemente accennato il duca di Ferrara, per non volergli restituire Reggio e Modena, in onta della promessa, a cui s’ era obbligalo in Bologna, e per voler anzi spogliarlo anche della stessa sovranità di Ferrara. Nè certamente avrebbero mai potuto acconsentire i principi italiani, che mentre si procurava di assicurare la tranquillità dell Italia, si concorresse ad un patto, che tendeva invece a suscitarvi la guerra. E nel mentre, che Leone X con queste tergiversazioni teneva a bada i veneziani e la Francia, obbligavasi a secrete promesse con Carlo V, c conchiudeva con lui una lega offensiva e difensiva, tendente a scacciare dal ducalo di Milano i francesi. L’imperatore prometteva al papa di restituire alla santa sede Piacenza e Parma, di procacciare molti vantaggi ai parenti di lui, di soccorrerlo contro tutti que’feudatarii, che gli avessero ricusato obbedienza. Leone d’altronde slimava di avere provveduto ad ogni cosa col solo