LIBRO XXIX, CAPO XXV. 11 Pescara eseguì sollecitamente la commissione: costrinse lo Sforza a chiudersi nel castello di Milano, e comandò a tutte le città e terre di quel ducato di giurare perpetua fedeltà all* imperatore Carlo V. CAPO XXV. Lega reciproca tra il papa, i fiorentini e i veneziani. Intanto gl’ inviati imperiali da un lato e quelli della Francia dall’ altro continuavano a sollecitare la repubblica di Venezia alla conclusione di una nuova alleanza. Trovavasi ondeggiante e perplesso il senato, per non sapere a quale dei due pretendenti appigliarsi: nella quale perplessità scelse una risoluzione intermedia, e fu di rinnovare e formare stretta lega col papa Clemente VII e coi fiorentini per la comune sicurezza dell’ Italia e dei rispettivi domimi, senza punto dichiararsi nè per l’imperatore nè pel re di Francia. Nel quale accordo, il pontefice e per la Chiesa e per parte della repubblica di Firenze, da cui teneva amplissime facoltà conferitegli dai priori della libertà e dal gonfaloniere di giustizia, ed il senato in nome del doge e della repubblica stabilivano di scambievole assenso e dichiaravano (1) — « unirsi insieme questi potentati per fuggire gl’ imminenti pericoli insegnati loro dall’ esperienza dei tempi passati ; et per gitlare più saldi fondamenti alla quiete et sicurtà d’Italia e de’ loro stati particolari prendesse l’un principe la protettione de gli stati e della persona dell’ altro : corressero tutti i confederati una medesima fortuna ; non potesse alcuno di essi trattare solo con altri principi cosa a queste repugnante ; soccorresse l’uno 1’ altro con quattro mila fanti, quattro-cento huomini d’armi, trecento cavalli leggieri et con maggior numero ancora, secondo il bisogno et le forze di ciascuno. » —Ed inoltre fu aggiunto:— « che fossero i vinitiani tenuti a proteggere (i) Ved. il Paruta, lib. V della Hist. vinit., pag. 4°i 'lei tom. I.