54 LIBRO XXIX, CAI’O IX. Radunati poscia gli elettori, colle progressioni e col rito già da aie altrove commemorato, fu scelto doge Antonio Grimani, quello stesso, che per non aver fatto il suo dovere all' assedio di Lepanto era stato esiliato. Prima che la scelta si dichiarasse assolutamente a favore di lui, ebbero luogo molti contrasti, perciocché altri vi erano proposti a quella dignità. Il Grimani infatti ebbe suoi competitori in questa elezione Giorgio Corner, Leonardo Mocenì-go, Alvise Priuli, Andrea Grilli, Domenico Trevisan, Antonio Tron ed Alvise da Molin : egli vi fu eletto con ventisene voli ; il Tron ne aveva avuto venti soltanto. Avvenne la sua elezione il dì 6 luglio. L’elezione di lui fu intesa dal popolo con sommo giubilo, perche, sebbene la disgrazia lo avesse colpito, egli era per altro rimasto sempre nella stima e nella venerazione di tulli. Anche nel tempo del suo esilio crasi reso benemerito della patria colle sue personali prestazioni. Imperciocché trasferitosi a Roma presso il cardinale suo figlio si adoperò efficacemente nell’ animo dei prelati, di cui erasi guadagnata la benevolenza, acciocché operassero d’innanzi al ponleGce e colle insinuazioni e colle persuasive, a fine d’indurlo condiscendente e benevolo agl’interessi della sua patria. Le sue buone intenzioni e i suoi buoni uffizi furono intesi con molta soddisfazione dal senato, il quale conoscendone l’influenza gli diresse persino raccomandazioni. Fu questo il segnale della sua riconciliazione colla patria. Imperciocché riuscito felicemente negl’ intrapresi maneggi, fu richiamato a Venezia e ricuperò la toltagli dignità di procuratore di san Marco, e tutti ancora i suoi beni, che gli erano stati confiscati. Di brevissimo tempo il suo ritorno in patria fu susseguito dalla morte del doge: ed ecco quindi apertogli l’adito a diventarne successore.