anno 1545. 545 Venne a morie, il di 8 novembre 1545, il doge Pietro Landò, lasciando di sé gloriosa rinomanza per la sua prudenza e per la generosità del suo animo. In sua vece fu elelto, il di 24 dello stesso mese, Francesco Donato, ch’era cavaliere e procuratore di san Marco. Godeva molla stima presso tutti, siccome uomo consumato nello studio delle scienze divine ed umane, savio, eloquente e di carattere dolce ed affabile: ed appunto per queste sue qualità, ben convenienti ed onorevoli in un capo di repubblica, la promozione di lui fu generalmente applaudita. Avvenimenti di grande rilevanza per la storia nostra di questi tempi non ci si presentano. Dispiacque non poco ai veneziani, che il papa eccitasse 1’ imperatore a tener in freno colle armi gli eretici della Germania; e perciò, invitali a collegar visi anch’ eglino, se ne rifiutarono, mal persuadendosi, che la religione di pace si avesse a tutelare con le armi. Ed a ciò inoltre, vedendo il papa impicciato in questa guerra, aggiungevano ; che i protestanti della Germania erano in caso di respingere con la forza la forza ; che quasi tulte le città libere s’ erano dichiarate a favore di essi, perchè 1’ imperatore non potesse farse sotto questo pretesto indebolire o violare i loro privilegi ; che il papa e la corle di Roma erano in sommo grado odiali dai settarii ; che, nel caso di superiorità e di vantaggio dalla parte di loro, dovevasi temerne una generale irruzione sull’ Italia, per vendicarsi dell’ assistenza prestata al loro persecutore ; e che per 1’ opposto, se fossero rimasti soggiogati, dovevasi temere la conseguenza di una troppo grande potenza dell’ imperatore. Dopo le quali dichiarazioni, la repubblica nostra invitata dai protestanti a non concedere al papa il passaggio sulle terre veneziane, rispose di non poter acconsentire alle loro istanze, perciocché non era in rotta con esso; e supplicata dipoi a concedere loro assistenza di denaro, se ne rifiutò sotto il pretesto della stabilita neutralità. La città di Augusta domandò asilo in Venezia per quei suoi negozianti, che avessero voluto ricoverarvisi nel tempo della vol. vili. 44