anno 1540. 299 siate di suo fratello Luigi, morto colà. 11 Gritli trovando un po’di Ierren duro si contentò d’ introdurre una sospensione di offese per tre mesi. Intanto il re di Francia e l’imperatore vedevano mal volentieri, che la repubblica calasse ad accordi colla Porta ottomana, desiderando ognuno dei due di vederla oppressa, per poi carrucolarla nella volontà loro : perciò essi, e la Francia principalmente, tentarono ogni mezzo, quantunque reo, per corrompere i patrizi, spargervi la divisione e penetrare i segreti dello stato. L’ambasciatore francese a Venezia rendeva poi avvisato d’ogni cosa l'altro suo collega a Costantinopoli e questi il divano, acciocché calzasse alto colle pretese e rendesse il componimento più difficile o disgustoso. Marco Foscari, prudentissimo senatore, accortosi che la repubblica era venduta da’ suoi alleali e tradita da’suoi cittadini, quando si venne a discutersi in senato della pace, j^arlò che quell’assemblea era troppo numerosa, che molli erano corrotti, i suffragi venduti, tradita la repubblica e ogni cosa che colà dentro si proponesse e trattasse quantunque della maggiore importanza per lo stalo, era loslo, con somma infamia di chi lo faceva, riferita agli ambasciatori di Francia e di Spagna, e che, se si voleva rimediare a quella mortalissima piaga, e’ bisognava ridurre la trattazione di quelle faccende in non più che cinquanta cittadini approvati per esperienza, per fede e per carità verso la patria (1). Questa ardita proposta sollevò contro il Foscari I' animosità di tutta la moltitudine de’senatori, che si credevano offesi da lui e tassati di traditori o per lo meno di leggeri ed ignoranti; ma quel-l’odio ridondò in somma sua laude quando fu veramente scoperto ciò che il buon Foscari sospettava. In questa circostanza il consiglio dei Dieci, che, come dicono il Paruta ed il Sandi, aveva allora il maneggio segreto della guerra e trattava con suprema autorità delle cose più gravi e più importanti, lasciò che il senato desse all’ ambasciatore commissioni non troppo larghe, riservando a! (i) Giustiniani, lib. XIII; Gioviti lib. XXXIX.