Zhk LIBRO XXXII, CAP. X. Ottomano fossero aiutati dalle raccomandazioni del bailo ; promettendo, ch’egli in avvenire si piglierebbe cura degl’ interessi della repubblica, come de’suoi proprii. Considerò allora il senato, quanto fosse vantaggioso al bene dell’ Italia e dell’Europa tutta il tenere il turco nella piena fiducia, che tutte le potenze cristiane fossero amiche della repubblica ; e quanto d’ altronde giovasse a questa il far conoscere a tutte le potenze, eh’ ella era protetta dalla sublime Porta. Perciò scrisse al bailo, acciocché assumesse il maneggio e la mediazione di questo affare con più calore ed impegno di prima. Cessarono allora tutte le difficoltà: fu conchiusa la tregua di un anno soltanto; ma Solimano fece noto alle potenze interessate, che, trascorso 1’ anno, sarebbesi ripigliato il maneggio per condurre a fine gli affari dell’ Ungheria, su cui non s’era potuto in questa volta venire ad assoluto accomodamento. CAPO X. Concilio di Trento: muore il doge Pietro Landò, gli succede Francesco Donato. Avvenimenti vani. Dopo il rifiuto della repubblica di Venezia per radunare il concilio generale contro i protestanti nella città di Vicenza, l’imperatore fece istanza al papa, acciocché lo si radunasse invece nella città di Trento. Furono invitati i veneziani a pigliarvi parte col mandarvi i loro ambasciatori ; ma poca parte vi presero : serbarono anzi il più circospetto contegno, per non frammischiarvi la più lieve ombra di particolare interesse. Né di questa legazione della repubblica sarebbesi pur fallo menzione, ove non fosse insorta una disputa di preminenza coll’ambasciatore dell’elettore di Baviera. La quale disputa fu sottoposta al giudizio del papa ; ed egli decise, che la repubblica di Venezia, essendo una potenza antica, signora di due illustri reami, doveva stare al paro dei re, e per ciò stare di sopra a chi non era tale.