ANNO i 558. 271 CAPO X. Il ministro imperiale si lagna col senato di siffatti maneggi. L’iniziativa di questo affare aveva avuto principio per opera del Consiglio dei Dieci, acciocché ne rimanessero più scerete le iraccie ; tutlavolta non rimase del tutto occulta agl’ imperiali, a cui non fu così facile il persuadersi, che il vero motivo della gita di Lorenzo Grilti a Costantinopoli fosse quello che si voleva far credere. Don Diego di Mcndozza, ambasciatore di Carlo V in Venezia, domandò un’ udienza secreta in Collegio, ed espose, che sulla voce, che correva, i veneziani trattare di pace col ministero turco, egli non poteva non lamentarsi di questa infedeltà, che la repubblica faceva coll’ imperatore, ed affaticossi a tutto suo potere per dimostrare l’ingiustizia ed il pericolo di una pace parziale nelle circostanze attuali. A queste rimostranze del ministro imperiale fu risposto, che in quasi due anni, dacché la guerra aveva avuto principio, la repubblica non aveva ottenuto dagli alleati nulla più che deboli soccorsi, a cagione probabilmente delle circostanze dei tempi che loro avevano impedito di poter fare di più ; che simil cosa avrebbe potuto accadere anche nell’anno imminente, malgrado lo zelo che li avesse fors’ anche animali ad accingervisi di buon animo ; che il re di Francia aveva posto in opera la sua influenza presso la Porta, per ottenere una tregua generale; che la repubblica aveva creduto di adoperarsi vantaggiosamente per la causa comuue, adoperandosi ad effettuare quel trattato di tregua, il quale d’ altronde sarebbe stato utile a tutti, per guadagnar tempo ad allestire nuove forze militari, ove la guerra avesse a divenire inevitabile. Anche I’ ambasciatore veneziano residente in Madrid ebbe ordine di comunicare all’ imperatore queste medesime dichiarazioni. Lo scopo di queste risposte era principalmente per indurre