32 UDRÒ XXIX, CAPO Vili. col progetto di stancare i veneziani c di dar loro continue inquietudini, che valessero a distaccarli dalla loro unione colla Francia. Non ¡sfuggirono alla perspicacia del senato queste intenzioni ; e fu allora suo impegno di far conoscere che non sortirebbero esse il loro effetto giammai. Ordinò pertanto agli ambasciatori veneziani, ch’erano alla corte di Carlo V, di dichiarare schiettamente ai ministri imperiali, che la repubblica desiderava bensì ardentemente la pace, ma che non l'avrebbe giammai cercata al prezzo di violare le sue promesse di alleanza e di amicizia col re di Francia. In queste e simili tergiversazioni passavasi tutto intiero 1’ anno 1520; le quali servirono di alimento ad un odio, che di giorno in giorno andavasi moltiplicando dall'una parte e dall’altra. E scoppiò in fatti, nel seguente anno 1521, il primo fuoco di quella discordia, che slava poi per cagionare luttuosissime conseguenze in tutta l’Italia. Francesco I, redi Francia, fu il primo a venire alle ostilità, approfittando dell’ allontanamento di Carlo V dalla Spagna e delle inquietudini, che la sua lontananza aveva prodotto in quel regno: portò la guerra nella Navarra. CAPO Vili. Guerra dei turchi nell’ Ungheria. Circa il medesimo tempo, Solimano II, alla testa di una poderosa armala, mosse i suoi passi verso l’Ungheria. Lo spavento del re Lodovico fu allora immenso : mandò subito ambasciatori a tutte le potenze cristiane per implorare soccorso: più che ad altri si raccomandò ai veneziani, ben considerando, che ad essi in ¡specialità dovesse star a cuore cotesto affare. Ma nessuno potè prendervi parie ; perchè ognuno aveva da pensare per sè alle conseguenze, che avrebbero potuto derivar loro dalla guerra già dichia rata tra il re Francesco I e l’imperatore Carlo V. Intanto il sultano Solimano II era giunto col suo esercito sotto