402 LIBRO XXXII, CAPO XXI. repubblica nel 1570 a Francesco ¡Maria duca d' Urbino, nel 1575 a Carlo Emmanuele duca di Savoja, nel 1578 ad Enrico re di Portogallo, nel 1580 a Filippo re delle Spagne, nel 1584 all’ imperatore Rodolfo II, enei 1591 ad Amurat gran signore dei turchi. E quando fu innalzato alla dignità di patriarca, era uno dei consiglieri ducali. Da lui riassumerò altra volta il racconto delle vicende ecclesiastiche di Venezia. Dall’ avere narrato dei patriarchi della nostra metropoli, vengo a parlare dei vescovi di Caorle. Ultimo da me commemoralo su quella sede, fu il vescovo Pietro Carli, che nel 1490, o piuttosto nel 1475, n’era stato promosso. Egli visse nel pastorale governo di quella chiesa sino all' anno 1515. Perciò a lui successe : nell’ anno 1515, Daniele Rossi, nato a Buratio : morì dopo venticinque anni di vescovato e fu sepolto nella sua cattedrale, in una cassa di marmo attaccata al muro, con relativa iscrizione: 1538, Sebastiano Rossi, suo nipote, gli fu successore : non visse che quattro anni soltanto. Dopo di lui 1542, Egidio Falcetta, detto anche Falconetta, nato a Cingoli, città vescovile nella Marca anconitana : fu trasferito nel 1565 al vescovato di Bertinoro negli stati pontifizi. L’ anno precedente erasi trovalo al concilio di Trento. 1565, fr. Giulio Superchio, carmelitano di Mantova, di cui si ha memoria per la consecrazione di quattro chiese in Venezia : di santa Maria della Consolazione, della la Fava; di san Giuliano; di san Francesco della Vigna ; e de’santi Cosimo e Damiano. Visse sulla sede vescovile ventidue anni, ed ebbe successore