254 LIBRO XXXI, CAPO I. costrinsero gli altri a fuggire precipitosamente nelle loro navi. 11 Barbarossa, svergognalo per questa perdita, sfogò la sua rabbia sopra la piccola città di Scitia, la quale debole e senza difesa era stata abbandonala al primo suo arrivo. Le tolse alcuni pezzi di cannone, che vi trovò; fece porre il fuoco alle case; distrusse tutti i luoghi circonvicini; poi fece vela alla volla del Negroponte. Intanto il Sangiac di Morea assediava di nuovo Malvasia e Napoli di Romania : la Dalmazia veneta era minacciata di ancor più gravi disastri. Ivi i turchi trovavansi in gran numero, vi esercitavano si barbare ostilità e vi avevano sparso così grande terrore, che gli abitanti atterrili cercavano salvezza nella fuga. Camillo Orsini, eh’ era il governatore della provincia, aveva appena un sufficiente numero di soldati per tenerne presidiate le varie piazze. Egli scrisse al senato, per informarlo della condizione sua e per fargli considerare, che sarebbe stato di assai più grave pericolo l'opporre una resistenza a difendersi contro un nemico cotanto superiore, e che perciò riputava miglior partito 1’ abbandonare tutte quelle piccole piazze ed unirne le piccole guarnigioni per concentrarle più proficuamente alla difesa di Zara. Parve al senato debolezza una tale determinazione, e non volle con essa dare ai nemici motivo d’insuperbire vieppiù e di accingersi quindi a più funeste intraprese. Raccolse con sollecitudine dodici mila uomini d’infanteria e mille cinquecento di cavalleria, perchè passassero prontamente nella Dalmazia. E finché si fossero unite insieme coleste genti, mandò in frattanto dei piccoli rinforzi per difendere le piazze più esposte. Nel medesimo tempo esibì a quei popoli un asilo in Venezia per le loro donne e pei loro piccoli figliuolini. Questa risoluzione di difesa dispiacque a parecchi di que’che erano stati destinati a partire per la Dalmazia: ma il benemerito doge Andrea Gritti, il quale ne penetrò gl’ interni contrasti dell’a-nimo vigorosamente parlò in Maggior Consiglio, e richiamando all’ universale considerazione gli ultimi avvenimenti della guerra di terraferma, così parlò : » Allora il solo spirito palriotico ci