360 LIBRO XXXII, CAPO XII. » d’intorno al cortile, e sonovi circa ducento stanze. Regolari » ne sono i prospetti esterni ed interni, ricorrendo in tutti la cor-» nice principale e quelle die separano i piani; e di egual forma » e grandezza si ravvisano le finestre disposte con esatta euritmia: » cosicché l’insieme di questo grandioso edilizio riesca di grave » e solida semplicità e conveniente all’ uso per cui fu innalzato ; » semplicità, che se pur ora apparisce troppo rigida e disadorna, » nei primi due secoli di sua età era però annobilita esternamente » coi dipinti celebratissimi diGiorgione e di Tiziano, poche tracce » dei quali ancor rimangono a far più dolente la perdita loro. — » Non sono molti anni, che otteneva questo fabbricato un ristauro. » Nel quale vennero demolite le due estreme torricelle, sostituite » a quelle le merlature eguali alle altre esistenti. Quale sia stata » la cagione che indusse a ciò fare non sappiamo. Certo, che per » tale maniera si alterò il disegno del prospetto. Oltre a cosiffatta » alterazione, due altri inconvenienti ne derivarono. 11 primo, che • furono tolte le due iscrizioni storiche, locate fra le finestre della » parte demolita ; ed il secondo, che distrutte rimasero due figure » del Giorgione, le più conservate tra le superstiti. » Dalle cose fin qui narrate palesemente si vede, che questo secolo, • particolarmente in sul suo mezzo, fu il più fecondo di edifizii e di fabbriche magnifiche e dispendiose ; di quelle fabbriche appunto che sole basterebbero a rendere la nostra città degno oggetto di ammirazione a tutte le nazioni del mondo sì per la splendidezza di esse come ancora per la celebrità degli autori. Taccio per brevità molte altre fabbriche e palazzi eretti in questa medesima età dalla munificenza dei particolari, i quali gareggiarono colla munificenza del pubblico erario per rendere vieppiù maestosa ed illustre 1’ augusta loro patria. E intanto che le arti così profusamente protette dalla repubblica accorrevano ad abbellire Venezia nella sua parte materiale, la sapienza delle supreme sue magistrature occupavasi dei più providi regolamenti per Io morale perfezionamento del suo governo, per