■ ANNO 1567. ZÌI trattò egli stesso la sua causa alla presenza del pieno senato e si giustificò cosi ampiamente dall’imputatogli delitto, che per acclamazione ne fu dichiarato innocente. CAPO XIX. Al doge Gerolamo Priuli succede Pietro Loredan. In questo medesimo anno 1567, poco dopo le differenze narrate testé, la repubblica venne a perdere il suo doge Gerolamo Priuli : egli mori a’ 4 di novembre. Nella elezione del successore stettero lungamente fluttuanti e discordi gli elettori. Tredici scrutimi si rinnovarono senza che i voti si unissero a quel numero, che le leggi volevano per la legittima elezione del doge. Stanchi gli elettori di questa ostinata discordia, si unirono tutto a un tratto a proporre in un ultimo scrutinio Pietro Loredan, vecchio di ot-tantasei anni, il quale non era tra i candidati precedentemente esibiti, nè si trovava nel consesso degli elettori. Lo spirito di questo uomo, tuttoché in un’ età si avanzala, era per altro in tulto il suo vigore. Aveva grande cognizione ed esperienza nel maneggio dei pubblici affari, era attivo e capace di applicazione e di fatica. Egli non sarebbesi mai immaginato, che gli elettori avessero a dirigere su di lui i loro sguardi: era appunto allora partito dalla sala del senato, e se ne andava tranquillamente a casa sua. Gli fu mandalo dietro a raggiungerlo un secretario ed a fargli nolo, ch’era stalo eletto doge. Innalzato a questa suprema dignità, contro ogni sua aspettazione e contro 1’ aspettazione di tulli, vide affollarsi tutto a un tratto il popolo d’intorno a sé, e fu condotto come in trionfo al palazzo ducale. Ciò avveniva il dì 27 dello stesso mese. Asceso al trono ducale, manifestò, con una maestà dignitosa insieme e modesta, tutte le qualità che potevansi mai desiderare per conciliargli la stima e 1’ amore dei cittadini. VOL. Vili.