anno 1527. 97 Le milizie veneziane, passando più innanzi, assediarono Perugia e la tolsero a Gentile Baglione; poi seguitarono il loro cammino ed andarono presso ad Orvieto a unirsi alle genti, che conduceva il marchese di Saluzzo. Ivi tennero i generali consiglio di guerra circa le operazioni da farsi, e tutti convennero nel progetto di andare a Roma a liberare dall’ assedio il castello Sant’ Angelo e farne uscire il pontefice, e di attaccare a battaglia 1’ esercito nemico, se loro fossesi presentato a contrastarne il cammino. Ma nel mentre che si perdeva il tempo in operare e concertare tutte le cose narrate, il papa ridotto alla disperazione chiamò a sé Ugo di Moncada viceré di ¡Napoli e con esso stipulò un violento accordo a condizioni durissime. Erano queste ; eh’ egli pagherebbe agl’ imperiali la somma di quattrocentomila scudi ; che porrebbe in loro potere le fortezze di castel Sant’Angelo, di Ostia, di Civitavecchia, di Civita Castellana, di Modena, di Parma e di Piacenza ; che passerebbe egli stesso, sotto militare custodia, a Gaela, ove aspetterebbe dall’ imperatore la ratificazione del trattato. Fossero ostaggi, per 1’ adempimento del trattato, due cardinali, un ministro pontificio e due suoi parenti : né gli fu permesso di uscire dal castello Sant’ Angelo, senz’ aver prima incomincialo il pagamento della somma, collo sborsare cinquantamila scudi. Quanto alle fortezze, che dovevano rimanere in potere degli imperiali, tulli gli scriltori nominarono tra di esse Civita Castellana; il solo Laugier vi nomina invece Città di Castello : la quale inesattezza dev’ essere derivata dall’ aver egli forse ignorato, che negli stati della Chiesa esistono ambedue le sunnominate città ; colla differenza però, che Civita Castellana é munita appunto di considerevole fortezza, lo che non è già di Città di Castello. YOL. vin. 13