INQUISITORI DI STATO. 199 Tultoehè molte volte si habbino applicato diligentemente li predecessori nostri a trovar rimedio ad un disordine tanto importante, non hanno scoperto maniera valida et efficace di reprimerlo, si perché il prelato venetiano, per la pubblica professione del chiericato, ha comercio col ministro del pontefice, sì perché questa pratica ha già ricevuto approbatione dall’ uso ; onde non riuscirebbe che mollo violenta una assoluta prohibilione di questa pratica, et più violenta ancora doverebbe esser la pena di chi trasgredisse Tuno et l’altro. Perciò sarebbe più di scandalo che di beneficio pubblico ; onde questo male si conosce, si biasima, ma si trascura. Conviene perciò alla prudenza del magistrato nostro ricavare alcun beneficio anco dal male stesso, giachè il male si è reso inevitabile. Per tanto resti terminato che noi et li successori nostri debbano applicarsi a fare matura consideralione delle persone di quelli prelati venetiani, che sono soliti più degli altri di habitare di questa città, perchè quelli che se fermano puntuali alle loro residenze, come non sono causa di communicare il secreto, così per la lontananza loro non potriano prestare il servicio che si dirà, et trà questi che vivono più presenti scelierne uno che babbi conditione di buon zelo verso la patria, di ingegno habile a maneggiare un negocio, et bisognoso di migliorare le sue fortune, come sarebbe in questa consideratione, per esempio, un vescovo di titolo. Scelta che sij la persona, fare che con ogni riguardo s’abbochi prima con alcuni di noi inquisitori, et per ultimo con tutti tre ; et a questo prelato resti offerito un premio sicuro di cento ducali al mese, acciò in ogni occorrenza pubblica riceva ordine circospetto dal secretario nostro di portare per via di avviso et raccordo alla notitia di monsignor Nuncio alcuna deliberatione secreta de’savij, non per anco da loro proposta al senato, quale in caso del alcun disconcio che occorrese tra la repubblica et alcune delle corone, volessero essi savij fare decretare alcuna novità di disgusto di quella stessa corona : questo sij fintione et non verità, ma portata per questo verso, acciò quel prencipe si persuada