anno 1568. 423 Nel 1552, morì in Venezia, in casa del pievano di san Mosé, il beato Malteo da Bascio, fondatore dell’ ordine dei cappuccini, celebre per operali miracoli, e in vita e dopo la morte. I frali di san Francesco della Vigna, appena n’ ebbero notizia, domandarono le spoglie di lui, perciocché di un religioso del loro istituto: ma il capitolo de’titolati di san Mosé se ne oppose, perciocché morto in quella parrocchia. E quelli e questo, che ne apprezzavano le virtù e ne veneravano la santità, se ne disputarono per alquanti giorni il possesso. Intanto il suo corpo, benché la stagione estiva spiegasse i più ardenti calori, rimasto insepolto, rimaneva senza il più lieve indizio di corruzione o di mal odore. Alla fine la vinsero i frali, e le venerande spoglie del beato Malteo furono trasferite con solennissima pompa alla chiesa di quelli per avervi sepoltura. Ma l’incessante affluenza del popolo, che vi accorreva a raccomandarsi, siccome ad un santo, fu cagione, che due mesi dopo di averlo sepellilo, lo si dissotterrasse : e fu trovato lultavia incorrotto. Lo collocarono allora in un’ arca di legno, da cui nel seguente anno lo trasferirono ad un’altra di marmo, affissa al muro. Ira la cappella di san Diego e quella di san Gerolamo, ed ornata di epigrafe, la quale ne indica accaduta la morte il dì 5 agosto del suindicato anno 1552. Dalle catacombe di Roma furono recati a Venezia cinque corpi di santi martiri, tre dei quali nel 1583, e gli altri due nel 1586. Quelli, eh’ erano di san Liberato, di santa Ilaria e di santa Donala (nomi, a mio credere, imposti loro, ignorandone i proprii) furono collocati nella chiesa delle benedettine a san Cosimo e Damiano alla Giudecca : questi, de’ santi Maurizio e Demetria, e che sono di proprio nome, furono deposti nella chiesa delle francescane agli Ognissanti.