76 LIBRO XXIX, CAPO XXII. » conoscendosi chiaro, che se questa volta riesce vano tanto loro » sforzo, convengono per sempre cedere a tuttociò che pretende » in Italia la corona di Francia et sopportare con molta vergogna » et con maggiore pericolo tanta grandezza di Cesare et della » natione spagnuola a loro infestissima. Dalle quali cose si può » prendere non incerto argomento, che siano i francesi per proli seguire con somma costanza l’assedio et l’espugnatone di Pavia; » et che finalmente convengano riuscire in tutta la guerra vinci-» tori : il qual fine, com’ è ufficio della prudentia di questo senato » di prevedere, così alla medesima si appartiene di provedere per » tempo a quei mali, ne’ quali si potesse per tali accidenti incor-» rere et usare quei beni,^’ quali per particolare gratia divina ci » è aperta la strada, conchiudendo quanto prima col re crislianis-» simo la confederatone, che da lui medesimo ci viene offerta et » proposta. » Ebbero malta forza queste ragioni del senatore Trevisan sul-1’ animo della maggior parte del senato, cosicché ben facilmente e per esse e per la comune inclinazione alla lega coi francesi, i voli concorsero a deliberare in favore della rinnovazione di alleanza col re Francesco I. CAPO XXII. Trattato di alleanza tra Clemente VII, il re di Francia e la repubblica di Venezia. Il trattato alfine fu conchiuso sccreiissimamente in Roma per la mediazione, che v’interpose il papa; fu poi ratificato in Venezia nel principio del gennaro 1525. Vi entrò il papa, perchè sembrava in apparenza, che ne fosse motivo la lega sacra, che si voleva stabilire contro i turchi; e perciò, sino dall introduzione del trattalo medesimo, è dichiaralo ; — « 11 papa Clemente sino dal principio del suo pontificato avere avuto per principale oggetto la pace tra i principi cristiani; ma per varii impedimenti e difficoltà non avere potuto prima di allora mandare ad effetto questo suo desiderio ;