318 LIBRO XXXI, CAPO XXII. permanente esistenza degl’ inquisitori contro i propalatori del secreto pubblico, i quali, benché talvolta avessero avuto anche prima attribuzioni ed incumbenze, non ancora però formavano una particolare magistratura. L’ ebbero in quest’ anno appunto, per legge de’25 ottobre, siccome altrove ho notato (1). Così terminò la funesta guerra coi turchi, nella quale la repubblica nostra perdè tante isole dell’ Arcipelago, oltre a tuttociò che possedeva nella Morea. CAPO XXII. Esecuzione del trattato per parte dei veneziani. Prima che la numerosa flotta della repubblica ritornasse in Venezia al disarmo, si riputò opportuno, che il Mocenigo il quale n’era l’ammiraglio, si recasse a Malvasia ed a Napoli di Romania, per far nota a quei sudditi la sorte infausta, eh’ era loro toccata in conseguenza del trattato di pace, ch’era stato conchiuso in Costantinopoli. E nel dichiarare ad essi, che dalla sudditanza veneziana passavano quind' innanzi alla sudditanza dei turchi, così parlò il Mocenigo : « Con dolore e contro genio la repubblica vi cede a Solima-» no. Ella in ogni tempo vi ha dato le più chiare prove della • sua benevolenza. Rammentate quanto abbia fatto ella per libe-» rarvi dal giogo degl’infedeli. Ella ha sostenuto coraggiosamente » il peso di una guerra dispendiosissima, per proteggervi come » suoi cari e fedeli sudditi : ma Iddio non acconsentì, che le sue • generose intenzioni sortissero il loro effetto. Ella vi dà un’ultima » prova della sua tenerezza, offerendo a tutti quelli che volessero » abbandonare questa infelice terra, un’ opportuno ricovero in (i) Nella pag. 153 ili questo voi.