288 unno xxxi, capo xix. a lui nc avessero fallo conoscere il soggetto. Tosto che il senato ebbe avviso di questi sospetti ed inquietudini, si diè premura di tranquillarlo, assicurandolo, che qualunque cosa fosse mai per accadere, la repubblica di Venezia si manterrebbe unita in alleanza colla santa sede. Anche l’imperatore cercò di quietare Paolo III ed indusse il re di Francia a fare altrettanto : perciò si persuase il pontefice a mandare in Francia a quel congresso in qualità di suo nunzio il cardinale Farnese suo nipote. I veneziani vi mandarono due ambasciatori, Antonio Cappello e Vincenzo Grimani, acciocché manifestassero ad entrambi quei principi la compiacenza, che ne sentiva la repubblica per le loro buone intenzioni, e dicliiaras sero loro, che se per 1’ addietro aveva ella mandalo a Costantinopoli un ambasciatore per trattare di pace, Io aveva fallo perchè, costretta dall’ impossibilità di resistere sola a lutla la potenza Ottomana. CAPO XIX. Continuano i maneggi in Costantinopoli per la pace. Tullavolla, non s’interruppero i maneggi presso il ministro turco, onde ottenere una pace onorevole, a condizioni meno gravose delle precedenti. Giunsero a Venezia lettere del bailo Canal, d quale avvisava, che in Costantinopoli si preparavano grandi feste per la celebrazione del matrimonio della figlia di Solimano, e che tulli i ministri della sublime Porta esternavano il loro desiderio, che la repubblica approfittasse dell’ occasione per mandare un ambasciatore incaricalo di conchiudere la pace. Non si potè quindi temporeggiare di vantaggio : fu scelto a questo uffizio Ai viso Badoer (1). Gli furono dal senato determinali i poteri così : ripigliasse il maneggio incominciato dal Contarmi; sollecitasse prima di tutto uua tregua generale con tutti i principi cristiani, e noa (i) Nou già Barbaro, come per ¡¿baglio indicò il 3«nJi,