anno 1538. 1^5 » scemano i dazi, ogni persona d’ ogni sialo patisce, ogni cosa si • risente. Ma della potenza de' turchi quante cose si potrebbono » dire ? imperio grandissimo, eserciti numerosissimi, copia d’oro, » abbondanza di tutte le cose necessarie alla guerra ; e ciò che » m’incresce di poter dire con verità, tale ubbidienza e disciplina » militare, quale più tosto si desidera che si osservi presso cristia- • ni: però, che altro possiamo o dobbiamo noi fare nello stato che » ci troviamo e conira un tanto nemico, salvochè andare tempo-» reggiando, ed aspettare fortuna migliore per la repubblica ? » Grande è la vicissitudine delle cose umane, le quali per » picciolo spazio appena durano in uno stesso stato ; ed il saper» » conoscere i suoi vantaggi e disavvantaggi, ed aspettare il bene-» fìzio del tempo è cosa propria d' uomo savio. Se noi guardiamo • alle cose passate, troveremo che in ogni tempo la guerra co’ tur-» chi è stata un peso insopportabile alle nostre forze : non voles- • simo con Maomette la pace dopo la perdita di Negroponte, spe-» rando di ristorarla ; nondimeno ci convenne poi venire all’ ac-» cordo con cedergli appresso Scutari e Brazzo di Maina : da » Baiazette, dopo essersi quasi consumata la repubblica con la » lunga guerra, ci convenne finalmente colle condizioni che ci » propose, benché più dure di quelle che erano state rifiutate, ri-» cevere la pace, per la quale, oltre diversi altri luoghi presi e » tenuti da lui, gli fu ceduta la fortezza di santa Maura, che poco » prima era stata ricuperala da noi. Molti altri di questi esempi » addurre potrei, ma tutti d’infelice memoria, e nondimeno le forze » de’ turchi, massimamente sul mare, non erano allora così grandi • coni’ elle ora sono. t Non ci lasciamo dunque tanto ingannare dall’ apparenza » delle cose, che abbandoniamo i migliori consigli. Il fare la guerra » a’turchi pare cosa pia, cosa generosa ; nondimeno chi pensa il » dritto, troverà che nello stato e termini ne’quali ora é costituita » la cristianità, è cosa impia e poco prudente, perché molli e vari » accidenti che vi concorrono le fanno mutar natura ; e quale, di vol. vili. 19