ANNO 1522. 41 della conquista di Milano (1) : ed altri invece affermarono, ch’essa sia stata effetto di veleno apprestatogli nel bicchiere dal suo cameriere Bernabò Malaspina, forse per istigazione di qualche suo potente nemico (2). Checché ne fosse, certo è, che la morte di lui fece cangiare aspetto alle cose. Le milizie tedesche e le papaline si sbandarono: delle papaline non ne rimase che una sola parte sotto il comando del marchese di Mantova, eh’era generale della Chiesa; ma vi rimasero contro la volontà dei cardinali, i quali per le insinuazioni del Lautrec trovavansi poi poco disposti a favorire il partito di Carlo V. Ed anche gli svizzeri, che avevano pur abbandonato il partito della Francia, si trovavano poco propensi a combattere contro di essa. Si ritirarono nelle loro montagne, ed anzi, nella dieta di Lucerna, deliberarono di ajulare il re Francesco I a ricuperare i dominii perduti. Adriano VI, succeduto a Leone sul trono pontificale, era creatura dell’imperatore; quindi potè ognuno facilmente intendere, che la santa sede sarebbesi mantenuta in alleanza coll’ Austria. Tutta-volta il Lautrec, rinforzato dagli svizzeri ed avendo indotto il senato veneziano ad ingrossare il suo esercito, si avanzò verso il milanese. Incominciava l’anno 1522. Tentò la prima impresa sopra Novara e Vigevano; le quali città, mal difese dal marchese di Mantova, furono facilmente espugnate e poi saccheggiate. Queste due città erano di molta importanza per conservare e proteggere la comunicazione tra la Francia e 1’ esercito, e facilitarne i soccorsi. CAPO XIII. Assedio di Pavia : perdita di Cremona. Fu quindi riputata necessaria impresa la conquista di Pavia. Era custodita questa città dal marchese di Mantova, il quale non (i) Ved. Michele Montagna, lib. I de’suoi Saggi, cap, 11. (a) Guicciardini, lib. XIV. VOL. Vili. fi