ANNO 1S40. 331 Marano, toltogli con violenza e con frode ; che alle sue truppe sarebbe aperto e libero il passaggio sulle terre della repubblica, e che vi avrebbero anche trovato asilo e sussistenza ; ma che non doveva dirsi perduta la speranza di accomodare le cose amichevolmente. Dal canto suo, l’ambasciatore di Francia faceva uffizi nel tempo stesso ed insisteva presso il senato, acciocché almeno coi consigli la repubblica ajutasse il suo padrone a mantenersi nel possesso, a cui era giunto. Al che fu risposto, che il re Francesco I era prudente abbastanza da non avere bisogno dei consigli altrui, e che quanto al senato non altro desideravasi, se non ch’egli nella scelta delle risoluzioni preferisse quella, che avesse cooperato a mantenere in Italia 1’ armonia e la pace. Intanto gli usurpatori del castello fortificavano il porto di Lagnano, cinque miglia discosto da Marano, per potere avere un ricovero ai legni, che progettavano di costruire. Della quale temerità adiralo gravemente il senato, spedì colà due galere, con marinari e soldati. Questi posero in fuga i lavoratori, raserò il forte e ne portarono altrove le macerie. Allora incominciò un maneggio per conciliare le differenti pretensioni del re di Francia e dell’ arciduca d’ Austria ; gli occu-patori d’altronde insistevano sempre nella loro minaccia di dare il castello ai turchi, piuttostochè renderlo all’ Austria. E sebbene altri affari insorgessero a tenere distratte per un biennio le attenzioni e cure dei litiganti, la repubblica di Venezia non perdette di vista un argomento sì grave pei suoi particolari interessi; cosicché, venuta a patti con lo Strozzi e col Sacchia, lo comperò per trentacinquemila ducati a pronto contante. Ne fu conchiuso il contralto per mezzo dei due senatori Antonio Cappello e Francesco Contarmi, in nome della repubblica, e per mezzo di Francesco de’Pozzi fiorentino, iu nome dello Strozzi e del suo collega. Fu sborsalo quindi il denaro, ed Alessandro Bonduliner andò con alcune compagnie d’infanteria a pigliare possesso della piazza ed a