ANNO 1527. 95 > vasi del santo sacrifizio, si vestirono de’ sacri ornamenti, e ma-» scherati da sacerdoti, da vescovi, da cardinali, montarono sopra » degli asini e fecero alcune processioni per le strade, le quali » d’altro non eccheggiavano che d’infamie e di bestemmie (1). Fi-» nalmente, congregati in una delle cappelle del Vaticano e vestiti • delle cappe de’ cardinali, deposero Clemente VII; quindi pro-» cedendo alla elezione di un nuovo pontefice, ed imitando tutte le » osservanze del conclave, ognuno diede il suo suffragio a Lutero, » che fu proclamato papa a pieni voli. » CAPO XXXI. I veneziani vogliono liberare il papa. Tutta l’Europa fremè nell' udire, che Roma era stata sì barbaramente saccheggiata, e che il papa trovavasi assediato nel castello Sant’Angelo. I veneziani ne furono estremamente addolorali. Temettero, che gl’ imperiali, divenuti padroni del papa, non lo conducessero prigioniero in Spagna, per quindi restare padroni degli stati della Chiesa e prepararsi a porre sotto il lor giogo l’Italia tutta. Ciò dunque temendo, il senato scrisse al duca di Urbino e ai due provveditori di campo, che in onta di qualunque difficoltà prendessero subito subito la strada di Roma ed impiegassero tutti i mezzi possibili per trarre il papa dal castello della sua prigionia. Si fecero perciò nuove leve,e larepubblica aumentò di diecimila uomini il suo esercito. I re di Francia e d’ Inghilterra vi cooperarono con tutto l’impegno: il primo fece marciare verso 1’ Italia un’armata di trentamila fanti e di mille uomini d’ arme, ordinando al marchese di Saluzzo di scacciare da Roma gl’ imperiali e di procurare a qualunque prezzo la liberazione del papa; il secondo porlo tutte le sue forze nei Paesi Bassi, onde trovarsi pronto ad ogni più energica intrapresa. (i) Coclh in act. et script. Luth., p. 167.