244 LIBRO XXX, CAPO VI. ad altrui un tanto documento del tirannico dispotismo del suo governo, lo avesse perciò mandato a memoria letteralmente, per poi trascriverselo a suo bell'agio e senza interruzione od ostacolo ? E quando avrebb’egli potuto trovare il tempo di prenderlo a mente?... In presenza de’suoi colleglli?... Approfittando del tempo di loro momentanea assenza dal tribunale?... Di quante minute briciole di tempo non avrebb'egli avuto d' uopo perciò ?... tulte d’altronde raccozzate nell’unico spazio del mese, in cui fosse stato depositario della misteriosa chiave! E in ogni caso poi con dinanzi agli occhi continuamente il pericolo della vita, il quale se doveva tenere in angustia qualsiasi cittadino rivelatore dei pubblici secreti, ad un inquisitore lo doveva essere piucchè a chiunque altro ; perchè a lui, piucchè a chiunque altro, era nota 1’ inflessibile fermezza e severità del suo tribunale. Ma si lascino queste supposizioni, le quali sono inverosimili cotanto, che a buon diritto s’hanno a riputare impossibili. Dirò piuttosto coll' annotatore stesso dal Darò (1): « Darù così fecondo di obbiezioni quando si » tratta di ribattere un argomento che non gli garba, ne ha una » che si attaglia molto acconciamente al nostro proposito. Vo-» lendo egli movere difficoltà contro i documenti autentici, che » 1’ abate di San Reale pretendeva di aver consultati per la sua » storia della congiura degli spagnuoli contro Venezia e da lui » veduti nella biblioteca del re a Parigi, obbietta, che era una » cosa sommamente straordinaria che si trovasse a Parigi, in una » pubblica biblioteca una processura secreta del governo veneto ; vo-» lendo significare, che quel governo era troppo geloso per non » lasciarsi scappar di mano carte che amava tenere occultate nel » più inviolabile silenzio. Eppure, benché la difficoltà fosse vera • e grande, in questa circostanza sarebbe di gran lunga minore » che non quella di carpire agl’ inquisitori di stato un capitolare » noto a loro soli e custodito con tanta diffidenza. • Ma pur siffatta (i) Tom X, Appendice, pag. 354-