tjOíl LIBRO XXXII, CAP. XXI. Vengo ora a tlire dei vescovi di Cliioggia. L’ ultimo, che ho commemorato, fu Bernardo Venicr, eletto nel 1483, e vissuto al governo di questa chiesa intorno a quarantassetle anni. Lo susseguirono : nell’ anno 1535, Giovanni de’ Tagliacozzi; 1541, Alberto Pescaleo; 1544, fr. Jacopo Naglanzi, domenicano fiorentino: 1569, Francesco Pisani ; 1373, Gerolamo Negri, veronese: 1578, fr. Marco Medici, domenicano udinese. 1584, Gabriele Fiamma, canonico lateranese, uomo pio e di singolare dottrina ; 1585, fr. Massimiliano Benamio, francescano conventuale, che toccò colla sua vita il secolo susseguente, sicché egli é 1’ ultimo, che ne chiude il XVI. Mi rimane ora a parlare della sede vescovile di Torcello. Ivi si è veduto innalzato a possederla, nel 1485, Stefano III Fagliaz-zi, la cui vita toccò l’anno 1514. Successori adunque di lui, nel secolo, di cui scrivo, soUenlrarono successivamente : nell’anno 1514, Gerolamo de’ conti Porzia, che poco prima era stato concesso ad assistenza dell’ assai vecchio antecessore. Si distinse per la visita dei monasteri di monache della sua diocesi, in qualità di delegato apostolico, e v’introdusse proficuamente la più saggia ed esemplare riforma. Intorno a dodici anni, più o meno, governò questa chiesa ; 1526, Gerolamo Foscari, il quale ne possedè la cattedra per trentasette anni, e mori in Roma, ove anche fu sepolto, nella chiesa di santa Maria del popolo; 1563, Giovanni Dolfin, il quale fu al concilio di Trento,