anno 1558. 273 discendenti, riputò di non poterla meglio collocare, che presso i veneziani, da cui tante dimostrazioni di benevolenza aveva egli ricevuto in contraccambio della sua fedele servitù. Riconoscente il senato per questo dono, decretò, che la si collocasse sopra di un piedistallo, nel cortile del palazzo ducale, ove sino al giorno d’oggi esiste. INel piedistallo fece scolpirgli l’epigrafe: FRANCISCO MARIAE I. VRBINI DVCI REIP. COPIARVM IMPERATORI PISAVRl ERECTA A FRANCISCO MARIA II POSTERITATIS ORBITATE VENETAE PIETATI COMMENDATA S. C. MDCXXV CAPO XII. Avvenimenti vani. La speranza di poter ottenere dalla Porta ottomana condizioni di pace, od almeno di tregua, non impedì, che i veneziani continuassero nelle più sagge disposizioni per sostenere la guerra. Più volte s’ era sperimentata la difficoltà di reclutare le ciurme occorrenti per la flotta, la quale esigeva gente avvezza al mare ed uomini esperii nell’ arte marinaresca : e quindi fu cura del senato di preparare per T avvenire una buona quantità di reclute opportune a questo importante mestiere. E per porre ad effetto un tale divisa-mentó, decretò che i capi delle arti e dei mestieri in Venezia som-ministrassero quattromila uomini del loro ceto, i quali tratti a sorte montassero quattro volle all’ anno sopra le galere destinate ad esercitarli. Pare, che in questo tempo incominciassero a destinarsi i premi a coloro, che si fossero distinti nella Regata: ma io son d’avviso, che da più rimolo principio se n’ abbia a trarre 1’ origine, vol, vili. 35