212 UBRO XXX, CAPO V. et forse innocente da ogni colpa, per sua intentione pessima : per ultimo se fosse anco vera et che seguisse P interferone di quei corteziano, si darebbe occasione a molte querele dell’ ambassiado-re, quale negando a fatto la tentatione portarebbe che per una ingiuria privata fosse seguita la morte del suo domestico, et anco potrebbe seguire che in vece del cortigiano restasse morto il nobile stesso, perchè non si può supponere che colui capitasse spro-veduto a questo cimento; onde per tutte queste considerazioni l’istanza non è conosciuta ammissibile : resta bensì nella mente nostra pensiero di cavar alcun profitto da questo accidente, senza dar causa di scandalo, et perciò sij terminato che col mezzo del prelato nostro confidente sia fatto passare all' orecchie di monsignor Nuntio questo avviso et che noi, per estirpare a fatto questi tentatori, che di quando in quando assaliscono l’integrità de’ nobili nostri, habbiamo data licenza a quello che è stato tentato di amazzare con arma da foco il tentatore, se più se appresenti a lui, et che abbiamo terminato che ogni nobile nostro, che venga nuovamente tentato, mostri di accettare il partido et che subito la faccia noto a noi, perchè gli daremo la stessa licenza, et anco li som-ministraremo agiutOi acciò de fatto nella seconda conferenza il tentatore resti interfetto. Ciò venga portato a monsignor Nuntio dal prelato nostro, per via di avviso mollo recondito, perchè non vi è dubbio che lo stesso Nuntio non lo avvertisca all’ambassiatore quale forse si persuaderà desistere di mandar tentatori, quando possi temere la loro occisione improvisa. 14.“ Chi potesse assicurarsi che 1’avvizo portato dal prelato al Nuntio facesse l’effetto preleso de inferire timor valevole nella mente de’ tentatori, et che per ciò desistessero di voler correr questo pericolo, haverebbe, non è dubbio, fatto un gran bene senza alcun caralto di male : perchè se non vi siano tentatori, si poterebbe sperare che pochi o nessuno de’ nobili nostri, di proprio moto si offeriscano all’ ambasciadore di farsi ribelli : ma le considera-tìoni prudenti che hanno dissuaso noi di dare questa licenza