ANNO 1525. 61 ' lo abbiam già veduto figurare per molto tempo ne! corso della nostra storia, ed era grande la stima, in cui lo si teneva da tutti; in prova della quale lo abbiamo anche veduto tra i nominati alla dignità ducale nella elezione del suo antecessore. Fu scelto adunque lin adesso; ed era questa una ricompensa, che gli porgeva la patria fin contraccambio dei considerevoli servigi resi a lei nelle più difficili circostanze. CAPO XIX. Infelice condizione dei francesi in Italia. Continuava intanto la guerra nella Lombardia : ma con grave discapito dei francesi. Imperciocché chiusa loro la via di trarre viveri dal bergamasco e dal bresciano, incominciarono ben presto a sentirne penuria. I confederati, per vieppiù stringerli nelle angustie, tentarono di chiuder loro anche la comunicazione con Vi-gevano, perché quindi nè dal novarese nè dalla Lomellina potessero procacciarsi sussistenza. Della quale intenzione accortosi appena l’ammiraglio Bonnivet, condusse a difendere quel passo tutte le genti, che presidiavano Monza. Con questa mossa potè bensì conservarsi quella comunicazione, ma perdè Monza, che fu subito occupata dai confederati : ed era importantissimo a questi un siffatto vantaggio, perchè di qua potevano facilmente introdurre viveri in Milano. Conobbe allora il Bounivet essere sempre più pericolosa la sua posizione : perciò risolse di ripassare il Ticino. Moriva in questo frattempo il generale Prospero Colonna, ed in sua vece sottentrava nel comando delle truppe confederate il contestabile di Borbone. Egli, in sul declinare del dicembre 1525, si recò in Milano; ed ivi se ne stette l’inverno a preparare il piano di battaglia, con cui voleva aprire la campagna del marzo succes-ssivo. L’ ammiraglio Bonnivet, approfittando di questo breve inter-Ivallo, era passalo di bel nuovo di qua dal Ticino, ed crasi fermato «ad Abbialegrasso. Aveva con sé abbondanti magazzini di viveri