anno 1568. 399 L’ultima impresa delle paterne sollecitudini del benemerito Trevisan, di cui per altro non potè godere gli effetti, perchè lo prevenne la morte, fu di adoperarsi presso il pontefice Sisto V, acciocché fosse concesso alla chiesa veneta, che, ad onta dell’ obbligo recente, imposto a tutte le altre diocesi, circa il provvedimento patrimoniale per le promozioni dei cherici agli ordini sacri, i suoi cherici continuassero ad esservi ammessi a titolo di servitù di chiesa; ossia, senz’avere titolo di beneficio o di patrimonio, col solo appoggio del servizio prestato e da prestarsi ad una chiesa, nel cui clero avrebbero poscia ottenuto alla loro volta il titolo, ossia, il benefizio, entrando a formar parte del capitolo rispettivo. Sapientissima determinazione, perchè cosi veniva assicurato alle chiese un servizio stabile e decoroso si nelle sacre uffiziature che nella cura delle anime: lo che non avrebbesi potuto sperare, se a tenore della introdotta disciplina delle altre diocesi, avessero dovuto appoggiare il titolo della loro ordinazione o ad un benefizio, ovvero al patrimonio ; siccome pur troppo dobbiamo deplorarne gli affetti dappoiché il governo francese ne abolì l’osservanza. Morì il benefico prelato cinque mesi prima che il papa sottoscrivesse la bolla da lui sollecitala di sì considerevole privilegio : avvenne la sua morte il dì 30 dicembre 1590. Fu deposto nella metropolitana, nel sepolcro, eh’ egli stesso erasi preparato. Nel tempo del patriarcato di lui è da ricordarsi avvenuta la traslazione delle sacre reliquie del protomartire santo Stefano dal luogo