anno i 568. 417 caritatevole impresa e con generosi sovveuimenti vi accorse a renderla durevole. E perchè quegl’infelici avessero, oltreché corporale, anche spirituale assistenza, il patriarca Gerolamo Quirini concesse licenza di fabbricarvi dappresso all’ospitale un pubblico oratorio, ove un sacerdote celebrasse ogni giorno la messa ed amministrasse all' uopo i sacramenti a quei bisognosi. Anche in questa benefica istituzione si vide l’opera della carità del beato Gerolamo Emiliani, perchè si adoperò a tutto suo potere, acciocché con sagge regole e discipline vi fossero accolti gli orfani di amendue i sessi, siccome vi erano stati accolti nell’ ospitale degl’ Incurabili. Ed anche qui, siccome in quello, furono ammessi alcuni religiosi del-1’ordine di sant’Ignazio, perchè coltivassero colle spirituali istruzioni e colle divole esortazioni Io spirilo di quei raccolti poveretti. In seguito 1’ oratorio fu ampliato e ridotto a decoroso tempio, la cui facciata di marmo fu eretta a spese di Bartolomeo Cornioni. L’amministrazione delle rendite, le quali di mano in mano andarono sempre più crescendo per la pietà de’ benefattori, fu affidata ad una commissione di governatori traiti del ceto dei nobili e dei cittadini. Altro ospitale, che in questo secolo ebbe principio, fu quello di san Lazzaro dei mendicanti, sostituito a quello che nel duodecimo secolo era stalo piantalo nell’ isola nominata similmente di San Lazzaro. Ivi erano stati raccolti allora i lebbrosi ; ed in seguito, cessalo quel morbo, continuavano ad avervi ricovero i poveri, che per la loro indigenza erano costretti a procacciarsi il vivere mendicando. La notevole distanza di quell’ isola dalla città rendeva difficile, particolarmente nell’ inverno, il tragitto che vi dovevano fare i governatori, i medici, ed ogni altra persona necessaria all’ assistenza di quei poveri. Perciò venne in pensiero ad alcuni pietosi cittadini di chiedere licenza al senato di fabbricare a tal uopo un ricetto più opportuno in un qualche angolo della città : ed il senato nel 1594 concesse un ampio terreno vacuo, che si stendeva dal convento dei [domenicani a’ santi Giovanni e vol. viti. 53