406 LIBRO XXXII, CAPO XXII. censo di una candela di cera bianca, del peso di due libbre, in ciascheduna delle feste di sanla Croce, cioè dell’ invenzione e del-1’ esaltazione. Clemente VII, pontefice romano, approvò il patto addi 14 dicembre 1526. Ivi stettero quei frati sino all’anno 1555; finché, cioè il governo volle valersi di quell’ isola per la fabbrica delle polveri per l’artiglieria : dal che prese il nome di sant’^n-gelo della polvere. Allora passarono eglino alla Giudecca, ove fu loro concesso un piccolo e diroccato cenobio, nel luogo detto Monte de’ corni, abitato già dai cappuccini, prima che fosse stato ad essi assegnato il convento che abitano oggidì. La chiesa di questi carmelitani alla Giudecca nominavasi di sant’ Angelo, perciocché nella parete esterna vi si vedeva incastrato un angelo scolpito a mezzo rilievo. Essa minacciava rovina, e fu perciò rifabbricala nel 1600 sotto il titolo di Gesù Salvatore. Poco dopo 1’ arrivo dei carmelitani, vennero a stabilire abitazione in Venezia, nel 1528, i cherici regolari teatini, detti volgarmente i Tolentini, perchè intitolata la loro chiesa a san Nicola da Tolentino. Dopo la fondazione di quella congregazione in Roma, avvenuta nel 1524, furono costretti quei religiosi, a fuggire di là, a cagione del famoso saccheggio, di cui alla sua volta ho parlato (1). Vennero essi a rifugiarsi a Venezia, ove trovarono ospitalità ed assistenza. Il primo loro alloggio fu nell’ ospitale degl’ Incurabili, donde passarono poco dopo alla Giudecca. Ivi non avevano chiesa, e perciò riusciva ad essi molto incommodo quel soggiorno : ottennero di trasferirsi all’ abazia di san Gregorio, e colà dimorarono finché fu loro concesso 1’ oratorio di una confraternita intitolata a san Nicola da Tolentino, nella parrocchia di san Pantaleone. L’ oratorio fu ridotto a chiesa pubblica, e vi fissarono permanente stazione nel novembre dell’indicato anno 1528. Ivi indossò l’abito di quell’istituto il veneziano Giovanni Marinoni, che fu dipoi per le sue virtù innalzato all’ onore degli altari col (i) Nel cap. XXIX .lei lil>. XXIX, pag. $3 di questo voi.