anno 1538. 257 Questa infelice riuscita cagionò gravi timori nel senato per tutto quello che avesse potuto accadere in appresso: furono quindi rivocati i primi ordini, riputando bastevole il contenersi sulla difesa per non provocare sulla repubblica ancor più funeste sciagure. Anzi diede ordine al generale Orsini, che se i turchi avessero continuato la loro ritirata dalla parte dell’ Ungheria, nulla dovesse intraprendere, che potesse costringerli a ritornare indietro a pigliarne soddisfazione, ovvero a provvedere alla difesa. Per questa via la provincia potè riacquistare la primitiva tranquillità. CAPO III. Pigrezza delle flotte cristiane ad unirsi. La principale speranza dei veneziani era sulla unione degli alleali, acciocché colle flotte di questi riuscisse meno difficile il metter freno all’ audacia del capitan-pascià Barbarossa, il quale continuava colle sue navi a crociare nell’ altezza del Negroponte. Le galere del papa, per verità, non si fecero aspettare, ma perchè le avevano allestite i veneziani medesimi : ed il pontefice aveva avuto la cortesia di affidarne il comando al veneziano Marco Gri-mani, già patriarca di Aquileja (I). Ma la flotta imperiale non si vedeva comparire per anco. Dicevasi, eli’ essa fosse composta di trenta galere, che da Messina dovesse passare a Corfù, che (i) Parecchi storici, tra i quali il Darù nunziato la dignità, la rinunziò anch’ egli e il Laugier, lo nominarono come se fosse nel 1533 in favore dello stesso suo fratello stato attualmente patriarca di Aquileja: ma Marino ; sicché nel i538, quando assunse erroneamente. Imperciocché dalla storia il comando della flotta, non era più padella chiesa Aquilejese (ved. le mie Chiese triarca di Aquileja. Perciò anche nella ine-d’Italia, pag. 521 e seg. del voi. Vili) ci daglia, che gli fu coniata in questa occasio-è fatto palese, che questo Marco Grimani, ne, lo si vede qualificato PRO-PATK. succeduto nel patriarcato di Aquileja a suo AQV1L. fratello Marino, che nel 152y ne aveva ri- vol. viu. 33