a ¡vivo 1538. 275 ragione sul ducalo di Camerino ; ed il papa in compenso gli diede una grossa somma di denaro. Accomodate in tal guisa le scambievoli differenze, il senato non esitò più a dichiarare capitano generale delle sue truppe il duca Guidubaldo della Rovere. Ed anche per la flotta fu d' uopo scegliere il comandante supremo, perche la troppo grave età e le penose fatiche di Vincenzo Cappello ne avevano resa necessaria la sostituzione. E gli fu sostituito Tommaso Mocenigo. CAPO XIII. Ostilità dei turchi. Trattavasi in Costantinopoli per la tregua o per la pace : e tuttavia le armi dei turchi non cessavano dal molestare i possedè menti veneziani ne dal provocarne a nuovi combattimenti le navi, Una porzione infatti della flotta ottomana, che aveva svernato a Lepanto, sotto il comando di Dragut, si recò, in sull’ aprire della stagione, verso l'isola di Paxò, non molto lungi da Corfù. Ivi si pose a far crociera ed a inseguire i legni veneziani mercantili, che navigavano a quella volta. Fu d' uopo, onde proteggere il commercio nazionale, che il provveditore Pasqualigo andasse incontro al Dragut con dodici delle sue migliori galere, per allontanarlo da quelle acque. Quando il Dragut lo vide venire alla sua volta, si pose al largo per prendere il vento. La squadra del Pasqualigo era di mollo inferiore alla turca, perciò a forza di vele e di rem» cercò di guadagnare il porto di Corfù. Ma il Dragut lo inseguì con tanto vigore, che gli tolse una galera e ne spinse altre due o tre a sfracellarsi contro la costa. Di qua passò il Dragut in Candia; nella Canea sbarcò alquante truppe, le quali devastarono a ferro e a sacco tutto il paese. Né ciò impunemente : imperciocché unitesi le milizie della colonia piombarono con impeto sopra quegli aggressori, ne uccisero molli, i superstiti si salvarono alla meglio che poterono con la fuga.