INQUISITORI DI STATO. 217 che applichi l’ingegno per contaminare alcun huomo della natione loro; acciò fingendo qualche negocio particolare in Italia, si porti in Venetia, et con lettere di raccomandatione di alcun soggetto autorevole di quei contorni, procuri adito et hospitio in casa dell’am-basciadore spagnuolo residente appresso di noi, ove fermandosi qualche tempo, come forastiero, non darà sospetto alcuno alla corte, et nè meno ad altri che pratticassero nella medesima, col supposto di essere persona sconoscente, et applicato solo a servigio particolare ; in tal modo potrebbe questo tale riferire tutti li andamenti della corte stessa a chi sarà poi appostato da noi. Per fare questo viaggio et per premio dell’ opera sia data incombenza al nostro ambassadore di pattegiare ; ma non doverà incaminarlo se prima non avvisa il concerto et la spesa al magistrato nostro ; acciò sij ancor noi, esaminata la persona, la pretesa et la promessa, possiamo deliberare quanto sij di dovere. Questo dispendio sarà valevole a scoprire alcuno de’nostri che havesse intendimento con la corte, mai sarà mal fatto; perchè ogni soldo è ben speso per render valevole questa indagazione ; se poi non scuoprà cosa alcuna, sarà anco ben fatto per quietezza degli animi nostri, potendo all’ hora maggiormente assicurarsi, che nel corpo molto grande del nostro senato non vi sij membro alcuno che tenda alla cor-ruttione. 18.° Diligenza niente minore, ma con maniera diversa si deve praticare con la corte di Roma, ove il male è forse più pericoloso, perchè è fatto come incurabile per consuetudine, et è esente di quel rossore, che prova ognJ uno che habbi comercio con altri prencipi ; perchè il negociare con quella corte, per una opinione pessima del negociante, è creduto libero di censura. Non occorre però che s’ affatichino li inquisitori di tener mezzo valevole per scoprire chi de’ nostri cornerei con monsignor Nunlio ; perchè digià è cognito che conversano pubblicamente tutti ij prelati vene-liani. Nè meno giova applicarsi per scoprire se alcun nobile nostro secolare prattici in quella corte ; polendo affermarsi co» vol. vai. 28