anno 1S28. 99 che s’ erano ridotti, come ho detto, alla sola difesa della capitale* Perciò il Lautrec e i veneziani occuparono tutta la Puglia, nella quale i veneziani, a tenore dei patti della lega, presero il possesso, in nome della repubblica, di tutte quelle città, che le appartenevano prima della lega di Cambrai. Passarono quindi all’assedio di Napoli, che fu bloccala anche per mare dalla flotta veneta. L’imperatore, pensando a disunire le forze e costringere la repubblica ad abbandonare 1’ assedio di quella capitale, ordinò al duca di Brunswich di entrare colle sue milizie nel territorio veneziano. Vi entrò di fatto dalla parie del veronese ed occupò Peschiera ed altri luoghi sul lago di Garda ; e per eccesso di ridicola arroganza sfidò a particolare duello il doge Andrea Grilli, vecchio ottuagenario. Ne risero tulti gli uomini assennati. Contro quel generale si recò subilo d’ordine del senato il duca di Urbino, suo generale; e vi si recò acceso di si ardente eniu-siasmo, che 1’ arrogante nemico abbandonò frettolosamente le sue conquiste e rientrò sul territorio milanese. Ivi attendevalo il celebre capilano spagnuolo Antonio da Leva. I confederali veneziani e francesi stringevano intanto la città di Napoli, e ne sembrava imminente la conquista, se il destino, sempre avverso ai francesi in Ilalia, non avesse ridotto gli affari all’ ultimo precipizio. Andrea Doria allealo di essi e comandante marittimo di mollo grido, si diede al partito dell’imperatore; il generale Lautrec non ricevette i soccorsi promessi dal re Francesco I ; la peste s’ introdusse nel suo esercito ; egli medesimo s’infermò e morì. Vi sotlenlrò bensì nel coniando il marchese di Saluzzo ; ma non di meno 1’ esercito francese si disciolse e Napoli restò libera. Nella Lombardia intanto continuava la guerra: e poiché difficile di troppo riusciva la conquista di Milano, in cui stava chiuso il da Leva coll’esercito imperiale ; perciò i veneziani diressero i loro passi verso Pavia, e capitanati dal duca d’ Urbino la espugnarono e se ne fecero padroni. In conseguenza della caduta di