anno 1539. 291 alle presenti istorie, pure per bene intendere con quali ragioni ed autorità potessero i decemviri fermare una pace così strana con Solimano II sarà bene far qui qualche breve digressione. Quando il consiglio dei dieci fu istituito nel 1310, il reggimento politico dei veneziani era ben lungi dall’ aver tocco quella perfezione, a cui giunse da poi. In quell’ età ancora barbara e in cui gli altri popoli aveano neppure forma stabile di governo, non si conosceva ancora questa divisione di poteri così bene determinati, che l’uno serve di contrappeso all’ altro ; che anzi nel maggior consiglio, ossia, corpo sovrano stavano confusi il potere legislativo ed esecutivo e talvolta fin anche il giudiziario : esisteva il senato, ma informe ancora e senz’alcuna attribuzione di competenza sua propria : ciò eli’ egli faceva era per commissione delegata dal gran consiglio, che lo incombenzava talora di una cosa e talora di un’altra, nè incominciò a pigliar forza se non verso la metà del secolo XV, e ad assumere forma ed attribuzioni di vero corpo esecutivo di governo nel secolo XVI (1). La congiura di Bajamonte Tiepolo avendo messo i veneziani in necessità di crearsi un tribunale rivestilo del più esteso potere per le indagini degli attentati contro la repubblica, era naturale che i voti dovessero piegare verso i cittadini di maggior riputazione e di più esperimentata integrità ; infatti, i primi decemviri appena compiuto l’ufficio loro, ad imitazione dell’ antica virtù dei dittatori romani, si deponevano; e accade ancora, che trovando lo stato quieto, ed essi non credendosi più di nessuna utilità, tendessero a sciogliersi ommetlendo le sedute a cui erano obbligati; se non che un decreto del maggior consiglio del 1339 comandò che dovessero riunirsi almeno per quattro volte al mese, e stabilì una multa con-Iro chi mancasse per tre settimane (2). Ciò dimostra quanto poco giudiziosamente il Darù abbia posto fede nel trattato a penna del Governo veneto, secondo il quale i dieci (i) Sandi, tom. V, pag 3;. (2) Sanili, Ioni. Ili, pag 35.