282 LIBRO XXXI, CAPO XVII. la flotta all’ imboccatura del canale, fece proporre al governatore, che gli mandasse un uffiziale per trattare seco lui di accomodamento. Marco Bembo gli spedì uno de’ suoi capitani, il quale fu ricevuto con molto onore. A questo capitano dichiarò il Barbarossa, essere contento di avere ricuperato al sultano i luoghi, che gli erano stati tolti, nè volerne acquistare di più; essere perciò disposto a conservare gelosamente la tregua coi veneziani, finché non gli fossero comunicati da Costantinopoli ordini in contrario. Partì di colà il Barbarossa il giorno i 7 di agosto e condusse la sua flotta alla Vallona. Nel suo passare dinanzi a Corfù, ricevette dai veneziani gli onori militari, salutalo dalle artiglierie dei castelli : ed ii governatore, in contrassegno di amicizia, gli mandò a bordo della sua capitana sontuosi rinfreschi sulla foggia degli orientali. Ne fu egli al sommo riconoscente: ne rimase anzi così fattamente penetrato, che in attestato della sua gratitudine dichiarò, che sebbene avess’egli stesso consigliata quella guerra, tuttavia prometteva, che, ritornato a Costantinopoli, avrebbe fatto subito ogni istanza per concertare stabilmente la pace. CAPO XVII. Conferenze in Costantinopoli per conchiudere la pace. Intanto era giunto a Costantinopoli 1’ ambasciatore Tommaso Contarmi, ed erasi altresì presentato in udienza a Solimano; aveva parlato dell’ argomento della sua missione, ed era stato ascoltato dal sultano attentamente. Il quale, udito che 1’ ebbe, tuttoché gli avesse mostrato u.n sembiante torbido ed altero, gli parlò con affabile cortesia, e gli disse, che tenesse pratiche su di ciò coi ministri della sua corte, a fine d’informarli più precisamente dello scopo delle sue commissioni. Nelle prime conferenze, che il Contarmi ebbe con essi, dimandò, quasi condizione preliminare, che da una parte e dall’altra