198 LIBRO XXX, CAPO V. nobile non è capace per sè stessa di arrivare al vero interesse de stato, et che perciò non è bene darli occasione di votare sopra cose scabrose, ma proponerli correttioni tali che se confaccino al-l’intendimento comune : che tale è la confidenza che si ha della loro buona mente et della loro peritia nel maneggio pubblico, ma che, per adempimento della terminatione de’ precessori, havevano passato questo offitio amichevole, essendo unico il fine de’ buoni rapresentanti benché de fontioni diverse, ma lutti tendenti al bene della patria comune. Fatto che sij questo passo, se si troverà prontezza in tutte le persone di correttori di confermarsi in questo sentimento non occorrerà fare davantaggio in questa parte; ma se alcuno de’ loro, o per gioventù, o per alto rispetto, si mostrasse ripugnante a questa osservanza, in modo che si potesse dubitare qualche novità pregiudiciabile all’ autorità del senato et consegio di Dieci, deveranno li inquisitori far capo con alcun altro delli correttori a parte, che sij persona posata et prudente ed raccomandare al medesimo la tutela di questi consegli, et riceverlo in parola, che lui osterà con la sua opinione alla vanità del collega ; et insieme preavertirà al magistrato nostro ogni novità che quel capricioso volesse proponer. In tal caso sarebbe bene procurare de levar via da quella incombenza la persona disentiente con deputarla ad altra carica, che si dispensi per scrutinio de’ Pregadi osservando gn’ uno de’ inquisitori de informare alcun parente, o amico sincero che habbi voto in senato di questi emergenti, acciò concorrano a levare la pietra di scandalo, et tuttociò ad oggetto del servicio pubblico. 3.° L’ esperienza fa ogni giorno più manifesto 1’ abuso introdotto nella pratica de' prelati venetiani con monsignor Nuncio, per la quale facilmente passano a nolitia della corte di Roma li interessi più reconditi della repubblica nostra, perchè li stessi prelati procurano la gratia del pontefice con li avvisi che sollecitamente cavano de bocca de’ loro parenti, congionti, i quali non osservano quel rigore di continenza che fu dote preclara de'nostri maggiori.