ANÍ10 1525. CAPO XXI11. 70 Sconfitta dei francesi sotto Pavia. Tuttavia l’imperatore n’ ebbe sospetto ; e per accertarsene fece proporre al senato, che si depositasse nelle mani di esso l’atto d'investitura del ducato di Milano in favore di Francesco Sforza, e d’altronde lo Sforza depositasse nelle stesse mani il denaro, di cui era debitore per quell’ investitura. La qual cosa tendeva ad assicurare ognuno e delle intenzioni dell’ imperatore circa il conferimento di quella sovranità, com’era stato convenuto, allo Sforza, e delia lealtà del senato in favorire l'innalzamento di quello. Ma il senato rispose, che non convenivagli l’incaricarsi di quel deposito, il quale doveva esser fatto piuttosto nelle mani del papa, giacche s' era egli offerto ad interporre la sua mediazione per la pace. Nel mentre che queste cose agifavansi, il re Francesco I, stimolato dai consigli del solo generale Bonnivet, contro il parere di (tutti gli altri, delerminossi a dare battaglia agl' imperiali, e così risolvere la sorte di quell’ assedio, che da molti giorni Io teneva inoperoso sotto a Pavia. Parve che la fortuna volesse pigliarsi a giuoco le previsioni della politica veneziana : mentre tutto a rovescio accadde di quanto s' era lusingato il senato. Francesco, mal calcolando le forze del suo esercito, ed ignorando 1’ arrivo del contestabile di Borbone alla testa di dodicimila tedeschi levati sulle terre dell’ impero, fece avanzare la sua armala e la dispose in ordine di battaglia, tra la strada, che va a Milano, ed il parco di Mirabello. 1 nemici stavano schierati, alla distanza di un tiro di cannone, sulle rive del Vermicolo, fiumicello, che serpeggia su quel terreno. Le due armale restarono a fronte alcuni giorni senza fare alcun movimenlo. Alla fine il dì 2 h febbraro 1525 vennero alle mani. L'imprudenza delle mosse dei francesi e la troppa audacia,