416 LIBRO XXXII, CAPO XXIII. e i gesuiti; quelli discendenti dall’Emiliani, per avervi la primaria ed assoluta direzione dell’ ospitale e della chiesa ; questi, di* scendenti dal di Lojola, per esortarvi con affettuosi discorsi e con spirituali istruzioni i poveri sofferenti. Raccogliesi dai pubblici documenti, che per 1’ assistenza degl’ infermi e per 1’ educazione degli orfanelli, erasi stata stabilita sin da principio una congregazione di dodici nobili governatrici, il cui uffizio fu più tardi concentrato nella sola congregazione de’ governatori, composta di nobili e di cittadini (1). Frattanto la strettezza delle prime fabbriche di tavole fu cangiata ben presto, per la munificenza di Pietro Gontarini vescovo di Pafo, in un’ ampia fabbrica disegnata da Jacopo Sansovino, nel cui centro fu piantata la chiesa, consécrala di poi ad onore di Gesù Salvatore, addì 25 novembre 1600, da Rafaele Inviziato, vescovo di Zante. Dieci anni dopo l’origine di questo, cioè nel 1527, ebbe principio 1’ ospitale, detto de’ Poveri derelitti, più comunemente, sino al giorno d’oggi, V Ospedaletto. Nel qual anno, era accorsa in Venezia una moltitudine copiosissima di mendicanti affamati, fuggiti dalla carestia, che desolava le provincie lombarde ; e questa straordinaria ed incalcolabile affluenza di gente aveva cagionato anche qui un incarimento sì grave dei viveri, che i poveretti non avendo mezzi da farne acquisto, si nutrivano de’ più sordidi e putridi alimenti ; sicché non di rado se ne vedevano per le vie e per le piazze alquanti smunti e semivivi per la fame. Commossi da così rattristarne spettacolo alcuni pietosi cittadini, tra i quali in principalità un chirurgo, che aveva nome Gualterio, eressero in un ampio angolo, di dietro alla chiesa e al convento de’ santi Giovanni e Paolo, nel sito che si nominava il Bersaglio, uno spazioso coperto, ove collocarono grande numero di letti per accogliervi i poveretti, particolarmente infermi, che giacevano abbandonali sulle pubbliche strado. Tutta la città applaudì alla (t) Ved. il Cornaro, Vellor Sandi e Cristoforo Tentori.