anno 1522. 53 » morie di papa Leone, Francesco Sforza in quello slato, conse- • s;nato"li le fortezze secondo che successivamente si sono acqui-. siate, e ultimamente contro alla opinione di molti, il castello di » Milano, non si può dire, che ne abbia fatto segni contrarii. Per- > chi* adunque non dobbiamo noi fare più presto quella delibera-» zione, nella quale è speranza grande di conseguire l’intento » nostro, che quella che manifestamente tende a fine contrario ai » nostri bisogni? A questo si oppone, che di maggior pericolo » sarebbe a questa repubblica, che il ducato di Milano fosse inpote-» sta dell’imperatore, che se fosse in potestà del re di Francia, per- • che quel re per la grandezza di Cesare, e per la emulazione che » ha con lui avrebbe quasi necessità di perseverare nella nostra » congiunzione: ma in Cesare tulio il contrario per la potenza sua » e per le ragioni, che contro allo sialo nostro pretendono egli e il » fratello. Credo, che chi cosi senle di Cesare non s’inganni per la » natura e consuetudine dei principi tanto grandi. Volesse Iddio, • non s’ingannasse chi non sente il medesimo del re di Francia. » Militavano nel suo antecessore molle delle istesse ragioni e non » di meno potette più la cupidità e l’ambizione che la onestà, che » la utilità propria, senza che non sonò perpetue quelle cagioni » che lo avrebbero a conservare unito con noi, ma variate, secon-» do la natura delle cose umane, di momento in momento, perchè, » e Cesare è uomo mortale, come gli uomini, e secondo l’esempio » di molti principi stati maggiori di lui, sottoposto a infiniti acci-ì» denti di fortuna : e quanto tempo è, che concitatogli contro tutta » la Spagna pareva più presto degno di commiserazione che d’in-» vidia? E almeno non è tanta differenza dall’un pericolo all’altro, » quanto è differenza da una deliberazione, che ci escluda certo » dal fine nostro, ad una che più verisimilmente vi ci conduca. » Dipoi queste ragioni risguardano il tempo futuro e lontano, ma » se consideriamo lo slato presente delle cose, non è dubbio, che • il rifiutare la confederazione di Cesare ci metle per ora in mag-» giori molestie e pericoli, perchè separandoci noi dal re di Francia