86 LIBRO XXIX, CAPO XXVII. di Francia non aveva mai tralasciato di maneggiare con essi una lega contro l’imperatore, e questo trattato rompeva il filo di tutti i loro progetti e li lasciava esposti allo sdegno di Carlo V, le cui conseguenze potevano essere, quanto vicine, altrettanto funeste. Eglino e la stessa corte di Spagna erano d’avviso, che Francesco 1 rimesso in libertà non avrebbe mantenuto condizioni sì dure e sì contrarie agl’ interessi della Francia. Di fallo, giunto appena ai confini del suo regno, quantunque avesse dato la mano di sposo ad Eleonora, sorella di Carlo V, pubblicò una solenne protesta, che da lui medesimo era stala già preparata avanti ancora di sottoscrivere il trattalo della sua liberazione (1). CAPO XXVII. Alleanza tra il re di Francia, il papa, la repubblica di Venezia e il duca Francesco Sforza. L’imperatore alla notizia di quella protesta insisteva per l’esecuzione del tratlato, e mandava a Parigi i suoi ministri, per sollecitare il re Francesco I a spiegare chiaramente su di ciò le sue intenzioni. Nel medesimo tempo Clemente VII avevagli mandato Paolo Vetluri e la repubblica veneziana Andrea Rossi secretano del senato, a fine di esplorare i sentimenti di lui verso Carlo V. Francesco, nelle conferenze secrete con questi, si espresse abbastanza avverso all’imperatore, ed assicurolli, ch’egli non mancherebbe all’aspettazione dei principi dell’ Italia, purché questi pure gli si conservassero amici ; eli’ egli ratificherebbe quanto dalla regina sua madre era stato concertato con essi ; che potevano fidarsi pienamente di lui, perciocché la sua buona volontà verso di loro sarebbe sempre invariabile. Queste ed altre simili cose diceva il re Francesco I, per le quali il senato entrò nella ferma deliberazione di stabilire una nuova lega, a cui prendevano parte anche il (i) Tanto il tratlato, quanlo la protesta si possono leggere per intiero presso il Lionard, nel toni. Il della sua Raccolta dei tratteti, ecc.